domenica 31 ottobre 2010

GLI INCENERITORI (perchè così si chiamano, e non termovalorizzatori). Ne abbiamo uno a pochi metri


Le affermazioni dell' oncologa Patrizia Gentilini sono gravissime. Fa riferimento a falsificazioni di documenti utilizzati da pubbliche associazioni per negare gli effetti degli inceneritori sulla salute. Per occultare le nuove fabbriche di tumori.


L'alternativa all'incenerimento dei rifiuti esiste (vedi Vedelago e altri), Settimmagini vuole un futuro a Rifiuti Zero.

domenica 3 ottobre 2010

Nonostante la crisi si può fare tanto

- riduzione dell’impatto ambientale e conseguente abbattimento dell’inquinamento
- creazione di molti posti di lavoro
- miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Fantascienza? Semplice provocazione? Provate a seguirmi nel ragionamento.
Oggi in Italia sono circa 1.500 i comuni che praticano attivamente il sistema di raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti, con l’eliminazione dei cassonetti stradali e la consegna dei bidoncini alle famiglie del territorio. Sono comuni di montagna e di pianura, comuni piccolissimi e città, amministrati da giunte di sinistra e di destra, comuni del Nord come del Centro e del Sud. Insomma, un campione abbastanza eterogeneo e quindi attendibile.
Ovunque le percentuali di raccolta differenziata hanno superato, spesso di gran lunga, le percentuali minime richieste dalla normativa nazionale, con vere punte di eccellenza (su tutti l’esperienza di Ponte nelle Alpi – BL, premiato quest’anno come vincitore assoluto dei Comuni Ricicloni per aver sfiorato quota 90%).
Le bollette per i cittadini in questi comuni diminuiscono, o perlomeno restano inalterate, e i costi per le pubbliche amministrazioni hanno drastici ridimensionamenti, perché diminuendo la produzione complessiva di rifiuti diminuiscono le spese per i sindaci virtuosi.
Si creano posti di lavoro, perché si smette di sotterrare banconote nelle discariche o di bruciarle in un camino, e le si utilizza per assumere personale che lavora alla raccolta di quanto i cittadini differenziano. E’ anche un ottimo modo per entrare nelle case a contatto con le famiglie, facendo una sana partecipazione.
All’appello mancano circa 6.600 comuni… Si calcola che se si avviasse domani mattina un programma nazionale per estendere ovunque il porta a porta si potrebbero creare, nel giro di pochi mesi, circa 250.000 posti di lavoro (senza contare tutto l’indotto), spendendo infinitamente meno dei soldi pubblici che buttiamo per costruire inceneritori che, nella migliore delle ipotesi, sono brutti da vedere (e molto probabilmente da “respirare”).
Se io fossi il Ministro Prestigiacomo, presenterei subito al prossimo Consiglio dei Ministri una proposta in tal senso, che preveda l’adozione entro il 1 gennaio 2011, da parte di tutti i comuni italiani, del sistema porta a porta per la raccolta dei rifiuti, con forme incentivanti e penalizzazioni per i comuni più o meno virtuosi.
Una cosa del genere creerebbe una reazione a catena formidabile: l’imprenditoria locale sarebbe incentivata ad investire in un’impiantistica locale finalizzata al recupero e riutilizzo del materiale post-consumo proveniente dalle raccolta domiciliare; i cittadini farebbero a gara(con la conseguente introduzione della tariffazione puntuale, per cui si paga solo per ciò che non si riesce a differenziare) per produrre sempre meno rifiuti alla fonte; le imprese si vedrebbero finalmente costrette a concepire, progettare e produrre beni e merci senza imballaggi, sfuse, alla spina.

L’Associazione dei Comuni virtuosi, e i tanti comuni che praticano da anni il porta a porta, sono a disposizione per condividere l’esperienza fatta, e trasformarla finalmente in un’azione collettiva di buonsenso.

Marco Boschini, assessore all’ambiente di Colorno (PR)
Coordinatore Associazione Comuni Virtuosi

Il comune di Settimo Milanese potrebbe condividere !?!?