mercoledì 2 maggio 2012

Per tutti quelli che si sentono fregati dall’economia

Non abbiamo bisogno di più posti di lavoro. Abbiamo bisogno di accedere alle basi della sopravvivenza. Non abbiamo bisogno di più soldi. Abbiamo bisogno di guarire il nostro ambiente. Non abbiamo bisogno di datori di lavoro per tenerci occupati. Abbiamo bisogno di tempo per rendere di nuovo le nostre comunità degli habitat sani per le persone. Meno partecipiamo a questa economia abusiva, meglio è. Il 10% di disoccupazione è deplorevole. Abbiamo bisogno del 90% di disoccupazione. Se davvero siamo stanchi di questo sistema, cerchiamo di guadagnare di meno, comprare di meno e possedere di meno. Investiamo il nostro tempo, le nostre energie e le nostre risorse in cose che non possono essere tassate e privatizzate dalle multinazionali. Facciamo i nostri scambi non in dollari, ma in energia, in sostanze nutrienti, in materiali, in valute locali e in relazioni interpersonali. Cerchiamo di non espanderci costantemente ma raggiungiamo uno stato ottimale. Godiamoci l’arte, la cultura e il tempo libero. Forse siamo in grado di rovesciare la piramide, partendo dal basso.
Il nostro lavoro è questo: Dobbiamo rendere l’acqua pulita e disponibile ovunque la pioggia cada. Dobbiamo crescere il cibo in maniera così diffusa da renderne inutile la vendita. Dobbiamo costruire alloggi a prezzi accessibili e senza debiti. Abbiamo bisogno di iniziare a creare opportunità nel posto in cui viviamo in modo da evitare gli spostamenti. Abbiamo bisogno di strappare via il controllo delle risorse e della terra alle minoranze potenti. Abbiamo bisogno di metodi sostenibili per la gestione dei territori. Abbiamo bisogno di allevare in un modo che renda il gioco più abbondante. Abbiamo bisogno di coltivare in un modo che faccia crescere le foreste. Abbiamo bisogno di usare l’energia in un modo che generi pace e stabilità. Abbiamo bisogno di rafforzare i nostri legami sociali.
Se avete ancora un lavoro, organizzatevi in maniera da lasciarlo. Fatelo al più presto possibile, perché mai come ora abbiamo avuto un lavoro più importante di questo da fare.
Kyle Chamberlain