mercoledì 26 dicembre 2012

Il miglior discorso del mondo (Presidente Josè Mujica)

Il discorso che vorremmo ascoltare da ogni politico. Il Presidente dell’Uruguay Josè “Pepe” Mujica tocca i cuori con la sua semplice, inoppugnabile, coraggiosa verità. E’ l’uomo che governa il mercato o il mercato che governa l’uomo? Un discorso che passerà alla storia. Pepe Munjica, noto come “il presidente più povero del mondo”, ha attualmente 77 anni, vive nella sua casa modesta, devolve il 90% del suo stipendio in beneficenza. E’ stato in carcere 14 anni come oppositore del regime. 



Ecco alcuni spunti, tanto semplici quanto profondi, che il Presidente Mujica ha condiviso con la platea: 
“Cosa accadrebbe a questo pianeta se gli indiani avessero la stessa proporzione di veicoli per famiglia dei tedeschi? Quanto ossigeno ci rimarrebbe per respirare? O meglio: il mondo ha le risorse materiale per fare in modo che 7-8 miliardi di persone possano avere lo stesso livello di consumo delle più opulente società occidentali? Sarà possibile? 
[…] Facciamo parte di una società figlia del mercato e della concorrenza che ha portato ad un progresso materiale portentoso e esplosivo, e l’economia di mercato ha portato alla società di mercato, e siamo arrivati alla globalizzazione.
[…] Stiamo governando la globalizzazione o è la globalizzazione che ci governa? E’ possibile parlare di solidarietà ed unità in un’economia basata sulla concorrenza spietata? Fino a dove arriva la nostra fratellanza?
[…] Ci troviamo davanti ad una sfida enorme! Ma la questione è politica! 
[…] Oggi l’uomo non governa quella forza che ha liberato; al contrario, è quella forza che governa l’uomo. 
E la vita… perché non veniamo al mondo per svilupparci in termini generali, veniamo alla vita cercando di essere felici, perché la vita è corta e se ne va, e nessun altro bene vale come la vita… ed è fondamentale, ma se la vita se ne va lavorando e lavorando per consumare e consumare… e se la società del consumo è il motore… […] quell’iperconsumo che a sua volta sta aggredendo il pianeta. […] Dobbiamo pensare ad un’altra cultura, non si tratta di tornare all’epoca delle caverne, o di erigere un monumento alla povertà, semplicemente non possiamo continuare ad essere governati dal mercato ma dobbiamo governare il mercato. 
[…] Perché antichi pensatori come Epicuro, Seneca, gli Aymara definivano povero non colui che ha poco, ma colui che ha bisogno di infinitamente molto e vuole e vuole sempre di più. 
[…] La crisi dell’acqua, la crisi dell’aggressione all’ambiente, non è una causa, la causa è il modello della nostra civilizzazione che abbiamo creato, dobbiamo ripensare il nostro modo di vivere. 
[…] Nel mio paese i lavoratori ottennero la giornata di 8 ore, ora stanno ottenendo 6 ore; ma alla fine hanno
 due impieghi e lavorano di più di prima, per pagare le rate della moto o della macchina… […] ed alla fine è un vecchio con i reumatismi e la vita se n’è andata. […] E’ questo il destino della vita umana? 
[…] Lo sviluppo non può andare contro la felicità. Deve essere a favore della felicità, […] della cura dei figli, delle amicizie […] perché questo è il tesoro più importante. 
Quando lottiamo per l’ambiente, il primo elemento dell’ambiente è la felicità umana”.