mercoledì 26 ottobre 2011

Noi, famiglie verdi per non finire al verde

In sette comuni della Brianza, da nove mesi, 700 persone partecipano a un test di gruppo. Per indicare agli enti locali nuove vie di sviluppo.
Le bollette della luce e del gas ridotte di un terzo. La spesa alimentare a “km 0”, con un taglio dei prezzi anche del 50%. L’acqua del rubinetto, opportunamente filtrata, che va a sostituire le ingombranti confezioni di bottiglie di plastica. L’automobile sì, però soltanto quando è indispensabile, magari condivisa, e sostituita invece, specie per i percorsi brevi, dai mezzi pubblici, dalla bicicletta oppure da una salutare passeggiata. Basta poco, veramente poco, per cambiare gli stili di vita in modo radicale e afferrare al volo la Grande crisi come un’opportunità, e non sentirla più soltanto come una ferita quotidiana, un deprimente impoverimento. L’esperienza di 124 famiglie, sparse nei sette comuni brianzoli soci dell’Associazione InnovA21, è un caso unico in Italia di una rete di cittadini e amministratori pubblici che stanno provando, insieme, a tradurre la sostenibilità in pratiche concrete e in piccole, nuove abitudini, con enormi vantaggi individuali e collettivi. “Da nove mesi, e fino alla prossima estate, vogliamo dimostrare come sia possibile un cambiamento che significa, per tutti, più risparmi e meno inquinamento, più benessere e meno sprechi. Una piccola, pacifica benefica rivoluzione” spiega Serena Bellinzona, responsabile del progetto “La famiglia sostenibile”.  Il meccanismo dell’esperienza è semplice. Le famiglie, selezionate sul territorio dell’agenzia, partecipano a corsi, tenuti da docenti esperti nei diversi settori, dove vengono fornite e scambiate tutte le informazioni utili per ridurre i consumi energetici domestici (elettricità, gas e acqua), per migliorare la raccolta differenziata (che in questa zona  è già al 60/70 per cento), per risparmiare negli acquisti, modificare la mobilità locale. Gli effetti del cambiamento degli stili di vita vengono poi misurati, con verifiche a tappe, da un gruppo di ricercatori dell’Università della Bicocca di Milano e trasferiti a sindaci e assessori  per suggerire possibili provvedimenti alle amministrazioni comunali. La sostituzione dell’acqua minerale con quella erogata dall’azienda municipale, per esempio, è stata incentivata con la costruzione di alcune “casette dell’acqua”, aperte 24 ore al giorno. Arrivi con le tue bottiglie in vetro, inserisci i soldi nella macchina self-service (5 centesimi al litro, e puoi avere anche la frizzante) e torni a casa con un rifornimento settimanale. Il circolo virtuoso del cambiamento all’insegna della sostenibilità ha sempre il suo punto di partenza, la sua leva, nei comportamenti e nelle autonome decisioni della famiglia. Così Andrea e sua moglie Donatella, hanno scoperto i benefici della filiera corta per la spesa. Acquistano frutta e verdura nello spaccio di un’azienda agricola di Bollate (Mi): l’uva costa 1 euro al chilo, come l’insalata che non appassisce dopo un giorno. Nel loro appartamento hanno imparato a usare lavatrice e lavastoviglie dopo le 7 di sera, e con semplici ciabatte elettriche dotate di interruttore hanno eliminato lo spreco dello stand-by di radio e tv, che da solo vale di più del 10 per cento della bolletta. Quanto alle automobili, adesso tutti in famiglia pensano di usare più spesso la bici, specie se i comuni si decideranno a migliorare la sicurezza e le connessioni delle piste ciclabili, utilizzate anche dai pedoni. I percorsi protetti già esistono , però finora ogni comune ha pensato soltanto a quelli sul proprio territorio, e quindi per passare da un paese all’altro, e da una pista all’altra, si devono attraversare strade molto trafficate e pericolose per i ciclisti. Anche Federica e Nicola, giovani sposini di Bovisio Masciago con una bambina di qualche mese, pensano di rinunciare all’automobile e sperano che migliori l’offerta dei treni locali che dalla Brianza in mezz’ora ti portano a Milano, ma non hanno collegamenti altrettanto efficaci tra i diversi comuni della zona. Intanto, grazie alle informazioni della rete della Famiglia sostenibile, Nicola e Federica hanno montato nella nuova casa i pavimenti in sughero naturale, cha costa la metà del parquet ed è un materiale isolante termico. In più utilizzano pannolini lavabili per la piccola Anita e si divertono a mettere in tavola i prodotti dell’orto che dividono con i loro vicini. Il loro obiettivo è molto ambizioso: tagliare di almeno il 30 per cento le uscite previste dal budget familiare e concentrate nei consumi energetici e negli acquisti di generi alimentari e di prodotti per l’infanzia. La modifica della spesa, in tempi in cui bisogna proteggere redditi e risparmi, è uno dei punti di forza delle famiglie sostenibili brianzole. E non si traduce in una secca riduzione dei consumi, ma semmai in una sforbiciata agli sprechi, in un accorciamento della catena di distribuzione e nella domanda di nuovi prodotti sul mercato e di nuove opportunità per le azienda più innovative e più attente al rapporto tra la qualità e il prezzo. Tiziano con la moglie Veronica e con la figlia sedicenne, Camilla, è appassionato di cibo biologico e conoscitore, innanzitutto attraverso le informazioni raccolte sul web, dell’industria dei marchi ecologici e del riciclaggio, Tiziano ha convinto la famiglia a utilizzare, per buona parte delle spese domestiche, il circuito del G.A.S., gruppo di acquisto solidale, al quale è iscritto. Utilizzando semplici email, comprano una serie di prodotti locali: dalla pasta biologica alla carta fabbricata con materiale riciclato, dai detersivi a base di aceto alla maglieria intima in fibre naturali. I nuovi stili di vita, diffusi nel microcosmo della Brianza attraverso il progetto “La famiglia sostenibile”, indicano come accanto ai tagli dei costi si possono mettere in moto nuovi investimenti, con ricadute a cascata sull’intera economia locale. La crescita, insomma. Case, appartamenti, villette multifunzionali qui si costruiscono o si ristrutturano soltanto in classi energetiche superiori, ad alta efficienza. Questo significa lo sviluppo di un’edilizia di qualità, sul piano dei materiali, degli impianti e della progettazione. E un mercato immobiliare che soffre meno per la recessione e anzi è in piena crescita nella fascia residenziale ecosostenibile. Salvatore e Sabrina sono una coppia di fatto in tutti i sensi: lui ha un’impresa di costruzione, lei è un agente immobiliare; insieme, senza mai sposarsi, hanno avuto due figli, Edoardo e Filippo, 3 e 5 anni. La casa dove vivono è stata attrezzata con il riscaldamento a pavimento, i pannelli solari, gli infissi coibentati. Salvatore e Sabrina hanno spiegato alle altre famiglie reclutate dall’agenzia come e quanto siano convenienti le loro scelte residenziali e hanno mostrato il progetto della prossima casa che pensano di costruire al più presto. Sarà un’abitazione completamente autosufficiente sul piano energetico e innanzitutto senza condizionatori elettrici. Rinfrescata da un impianto naturale studiato con “l’effetto cantina”: l’aria esterna verrà raccolta e spinta a un paio di metri sottoterra per raffredarsi prima di entrare in circolazione, attraverso delle griglie interne, nelle varie stanze della casa. Il racconto è stato accolto con molta curiosità dalla comunità. Del resto, uno dei punti di forza dell’esperimento brianzolo risiede proprio nel fatto che le famiglie sostenibili fano circolare le loro idee;come la scelta dei coniugi Savio e Luisa che, con naturalezza, hanno insegnato alle loro quattro figlie adolescenti a ridurre i rifiuti prima ancora di migliorare la raccolta differenziata. Come? Per esempio con il ritorno al piacere del ricamo, per non buttare con troppa fretta indumenti ancora in ottime condizioni. E con una piccola lezione da lessico familiare: per migliorare il mondo non servono grandi annunci, ma possono bastare tanti, piccoli e semplici gesti quotidiani.

Nessun commento:

Posta un commento