sabato 4 giugno 2011

Rinnovabili e nucleare a confronto

Come fare i conti in tasca al futuro del Paese: ecco i dati sul potenziale di atomo e rinnovabili in suolo italiano, per un voto consapevole

Prima di esprimere il proprio voto in occasione del Referendum del 12 e 13 Giugno, potrebbe essere utile chiarire le idee in materia di energia: si sente sempre più spesso parlare di rinnovabili e nucleare, ma pochi hanno fatto i conti in tasca a queste differenti fonti energetiche.
Per iniziare, è necessario capire a che punto si trovi l’Italia in materia di energia e quali potenzialità di crescita e di autonomia possa avere.

Nel 2010, in tutto il territorio nazionale, sono stati prodotti 339 TWh, di cui 75,3 TWh derivanti da fonti energetiche rinnovabili, quota equivalente al  22,2% del totale. La percentuale è buona, peccato si suddivida poco equamente tra le diverse fonti a disposizione: idroelettrico 14,9%; geotermico 1,6%; eolico 2,5%; fotovoltaico 0,5%; bio combustibili 2,7%.
Ad una prima lettura sembrerebbe quindi che il potenziale rinnovabile, soprattutto fotovoltaico, sia poco rilevante. Ecco perché è necessario un approfondimento.

Le basi
L’Italia ha una superficie di 331.001 km² e, fino a un mese fa, aveva l’obiettivo di arrivare al 2020 con 8 GW di potenza fotovoltaica installata.
La Germania, con una superficie pari a 357.021 km², mira invece a raggiungere 52 GW entro la stessa data. Se dicessimo che il livello di irraggiamento è più forte in Germania, qualcuno ci crederebbe? Probabilmente no. È evidente che sono state attuate politiche energetiche differenti.
Fortunatamente però, dopo mesi di accesi dibattiti, il 5 maggio è stato approvato il Quarto Conto Energia, programma che ha alzato gli obiettivi energetici italiani, prefiggendosi di arrivare a 23 GW di energia fotovoltaica entro il 2016.
Questo il grande passo in avanti fatto dalla politica. Ed è solo l’inizio: recenti studi (Vittorio Chiesa, direttore Energy & Strategy Group,Il business del fotovoltaico in Italia, luglio 2009) dimostrano come il potenziale fotovoltaico italiano sia molto più elevato, potendo arrivare, senza troppi problemi, ad una produzione di 30 GW entro il 2020 (per intenderci, 30 GW equivalgono a 30.000 MW).

Il potenziale fotovoltaico, politica esclusa
Nel dettaglio, lo studio in questione analizza il suolo libero italiano, calcolando quanta superficie possa effettivamente essere coperta da pannelli fotovoltaici: tenendo in considerazione le nuove edificazioni residenziali, superfici commerciali e terreni incolti, si potrebbe arrivare a 66,5 Gw di potenza installa al 2020 (66.500 Mw). Ancora una volta, si sottolinea il buon senso: senza entrare in contrasto con l’utilizzo agricolo dei terreni, il professor Vittorio Chiesa stima che in Italia ci siano circa 54,8 miliardi di metri quadrati di terreni incolti o a scarso rendimento agricolo. Lo studio dimostra come, se solo si installassero pannelli fotovoltaici sull’1% di questi terreni, si raggiungerebbe un potenziale al 2020 di circa 54,8 GW.

Il potenziale del nucleare
Ora, avendo chiarito dove si può arrivare in pochi anni con il sole, vediamo il potenziale contributo della nuova stagione nucleare italiana. Il piano (i cui dettagli non sono ancora chiarissimi) sembra preveda la costruzione di 8 – 13 nuovi reattori di III generazione, per una potenza totale di circa10.000 – 15.000 Mw da raggiungere a lavori ultimati, tra 10 – 15 anni. La spesa preventivata è stimata intorno ai 40 miliardi di euro (tenendo conto del fatto che il costo della centrale EPR in Finlandia è più che raddoppiato rispetto alle stime iniziali).

Fotovoltaico e nucleare al 2020, i dati
A parlare, dunque, sono i dati:
·Potenziale massimo del nucleare, al 2025: 10.000 – 15.000 Mw. Potenza ottenibile a patto che siano effettivamente costruite 10 nuove centrali, senza ritardi, trovando 10 siti geograficamente sicuri dove localizzare i reattori nei tempi previsti. Proprio per queste ragioni, secondo alcuni esperti la stima sarebbe da ridimensionare, ipotizzando fattibile una costruzione di sole 4 nuove centrali, pari ad una potenza finale di circa 4.000 – 5.000 Mw al 2025.
·Potenziale del fotovoltaico, tra 10 – 15 anni, 20.000 – 30.000 MW (si tratta di una cifra altamente influenzabile dalle future scelte politiche del paese: se si puntasse seriamente sulle rinnovabili, la potenza, come sopra dimostrato, potrebbe raggiungere anche i 50.000 MW).
Le cifre dunque non mentono, anzi, sono condivise sia dai nuclearisti (Mw previsti per ogni reattore costruito), sia da chi sostiene la clean energy.

I costi nel tempo: da una parte diminuiscono, dall’altra salgono
Piuttosto può sfuggire un “dettaglio”: nel considerare i costi (in entrambe le opzioni, parte della spesa verrà assorbita dai cittadini) deve essere altrettanto chiaro che, se da una parte le rinnovabili sono soggette ad una graduale diminuzione del prezzo (curva di apprendimento) conseguente all’avanzamento della tecnologia, il nucleare rappresenta un caso di “apprendimento negativo”: più passa il tempo, più i costi si alzano.

Rinnovabili ed efficienza energetica
Resta ancora un ultimo dubbio da chiarire: è vero che, almeno all’inizio, le energie alternative non potranno soddisfare tutti i bisogni energetici. Proprio per questo, alcuni propongono la “doppietta” nucleare – rinnovabili, giudicate fonti complementari, e non antagoniste.
I fatti però smentiscono questa alternativa: la tecnologia, per garantire funzionalità, innovazione ed efficienza, necessita di finanziamenti, ricerche e risorse, umane e monetarie: negli ultimi anni, gran parte del budget dedicato alle fonti pulite è finito nella voce “assimilate” (quindi petrolio, carbone e decommissioning nucleare) contenute nella bolletta elettrica, componente A3 e A2.
Che fare dunque per colmare il deficit? Incrementare di meno i consumi. Gli studi si sprecano su questo tema, nonostante l’opinione pubblica spesso lo ignori: se la forza delle rinnovabili fosse sommata ad un impegno collettivo nel ridimensionare i consumi e nel migliorare l’efficienza energetica, non ci sarebbe nemmeno bisogno di parlare di atomo: nei prossimi anni si arriverebbe a risparmiare l’equivalente di energia prodotta da 4-5 centrali nucleari. Perché riempirsi di scorie dunque?
Non si può più rimandare: se si vuole ottenere il massimo dal fotovoltaico e dalle altre fonti rinnovabili, queste ultime devono essere il cavallo su cui puntare, non la ruota di scorta. L’Italia deve scegliere da che parte stare, come svilupparsi e quali strumenti utilizzare per farlo.

Il Referendum del 12 e 13 Giugno sarà un’ottima occasione per iniziare.

I dati presentati in questo articolo sono stati elaborati ed estratti dai seguenti lavori:

·Asso Energie FutureVerità solare: i numeri del fotovoltaico in Italia, febbraio 2011.
·Gse, Gestore dei Servizi Energetici, il mercato del fotovoltaico italiano: i risultati del Terzo Conto Energia, maggio 2011.
·Energy and Strategy Group, Politecnico di Milano,Scenari normativi e di mercato per il fotovoltaico italiano dopo il 2011: un’analisi critica del Quarto Conto Energia, maggio 2011.
·Vittorio Chiesa, direttore Energy & Strategy Group, Il business del fotovoltaico in Italia, luglio 2009.
·Epia, European Photovoltaic Industry Association, Building on the experience of European markets to successfully develop PV markets in the long term, maggio 2011.
·Conferenza “L’energia nucleare: riflessioni dopo l’incidente di Fukushima”, Università Bocconi, 5 maggio 2011.
·IPCC, International Panel on climate change, Special Report onRenewable Energy Sources and Climate Change Mitigation, aprile 2011.
·Luigi de Paoli, l’energia nucleare, Costi e benefici di una tecnologia controversa, Il Mulino, 2011.

Stop alle polemiche, il futuro dell'energia è nell'autoproduzione



Nessun commento:

Posta un commento